Ho scoperto molto presto la mia propensione verso lo spettacolo, addirittura nel lontano 2 febbraio 1962, quando, a Roma, nacqui: quella fu la mia prima uscita…
All’inizio mi piaceva solo cantare, preferibilmente le canzoni di Bobby Solo. Forse per questo tendevo ad un certo individualismo…
Mi piaceva anche recitare, ai tempi della scuola. Il personaggio che mi riusciva meglio era il ruolo del primo della classe. Ci credevo in quel ruolo. Ci credette persino il mio maestro delle elementari che, l’ultimo anno, evidentemente suggestionato, mi riempì di dieci in pagella!
Come attore, nel tempo, sono, però, decisamente peggiorato. Crescendo, mi è stato poi più difficile incantare i professori, se è vero che una volta, al liceo, fui addirittura rimandato in chimica. Eppure mi sono sempre considerato una specie di alchimista, anche se, più che combinare i metalli, tentavo di fondere le varie forme d’arte per cui mi sentivo portato: la poesia, le canzoni e le imitazioni.
Per la verità, all’inizio, non mi piaceva fare l’imitatore. Non ero convinto. Ma capii i vantaggi nel periodo del militare: mi feci raccomandare, addirittura, dall’allora presidente della Repubblica Pertini, semplicemente imitandone la voce!
Nel mio primo concorso come imitatore, arrivai secondo. Da allora, tranne qualche piccola eccezione, mi sono sempre sentito un eterno secondo. Forse è nel mio destino, vista la mia data di nascita (2/2/62)…
Tra mille ripensamenti, alla ricerca di un’identità artistica, “allargandomi” anche a presentatore e cabarettista in spettacoli di poco conto (anche economico), la mia gavetta sembrava proprio non avere sbocchi concreti.
Fino a quando, nel 1990, non mi capitò la grande occasione televisiva, col programma “Stasera mi butto”, campionato nazionale per imitatori trasmesso durante l’estate su Raidue a Rimini.
Lì non vinsi (tanto per cambiare), ma m’imposi come rivelazione, grazie soprattutto all’imitazione di un personaggio particolare, Antonio Lubrano, destinato a rimanere nel tempo (ahimè!) il mio “fiore all’occhiello”.
Nello stesso anno, clamorosamente, vinsi (!) a Salerno il Premio Charlot, festival della satira. Arrivai primo, e mi sembrava strano, ma poi seppi che quella era la seconda edizione: il numero 2 non mi abbandonava comunque…
Per due anni, poi, la domenica pomeriggio mi divertii a far divertire i telespettatori su Raidue inserito in un bel gruppo di imitatori, prima con la Carrà (“Ricomincio da due”) e poi con Magalli (“Ciao weekend”).
In seguito, fui “risucchiato” nella compagnia del Bagaglino, dove stetti per due anni (1994/1995), facendo parte del cast di “Bucce di banana” e “Champagne”. Per la verità, fui presente anche l’anno successivo (“Rose rosse”), ma per sole due puntate.
Nel ’96, terminata l’accademia teatrale, ebbi subito l’occasione di dimostrare, finalmente in tv, le mie qualità di attore a “Uno mattina” (il secondo “uno” della mia carriera!), ma anche lì non andai oltre i due anni…
Decisi allora di darci un taglio, con la tv. Mi “buttai” sulla radio, dove mi sentivo di casa, da buon Marconi…
Anche in teatro mi sono sentito a casa mia, talmente a casa mia che mi venivano a trovare solo gli amici più intimi… Tentai anche col cinema, ma lì fui io a dire di no! Anche perché mi offrivano solo ruoli da bibitaro…
Ecco perché poi tornai sui miei passi: risbocciò l’amore per la tv. L’anno della “risvolta” fu il 2002 (!). A “Uno mattina sabato&domenica”, ovviamente per due giorni a settimana, mi cimentai in un personaggio comico, utilizzando il doppio nome: Sabatino Domenico. Il personaggio piaceva molto, ma io decisi di farlo morire lì: non avrei sopportato di farlo rivivere per un secondo anno…
Ho preferito, quindi, riprendere il discorso interrotto con il cinema, grazie al mio incontro con Pupi Avati, il quale, nel film “Ma quando arrivano le ragazze?”, mi ha dato la grande opportunità di avere una piccola parte, ma che comunque ha rappresentato un passo in avanti rispetto alle proposte che mi erano state fatte in passato: sono stato promosso da bibitaro a padrone del pub!
Nonostante ciò, appena la tv mi ha richiamato, non ho resistito e ho accettato di far parte (nel 2007/2008) del cast di “Guida al campionato”, in onda su Italia Uno, dove sono tornato a fare l’imitatore (Totti e Sacchi): fare l’originale non sempre mi riesce bene e imitare, per me, è un atto di fedeltà verso il numero 2!
Negli ultimi tempi, però, ho provato ancora a spacciarmi per attore, più convinto e convincente di prima: ho intensificato gli “allenamenti” e, nella sola stagione 2009/2010, ho realizzato ben 7 spettacoli teatrali da protagonista, tra cui 2 musical, fingendo pure di saper ballare!
Nel secondo (“Tutto questo… danzando”), grazie al quale mi sono esibito nei migliori teatri italiani, ero affiancato dai ballerini di “Ballando con le stelle” e, assieme, abbiamo avuto un grande successo. Il segreto? Lasciavo ballare loro!
Tra il 2011 e il 2013, ho fatto parte della trasmissione di Skyuno “Gli Sgommati”, come doppiatore. E mi capita sempre più spesso di cimentarmi come doppiatore. Mi piace. E’ un altro modo per sentirmi vicino al numero 2. Perché? Doppio!
In questi ultimi anni, oltre ai tanti spettacoli teatrali che mi hanno visto protagonista, ho partecipato a diverse fiction televisive, come “Sospetti 2”, “Romanzo criminale 2”, “Don Matteo 10” e, più recentemente, “Bella da morire”, ma in quelle occasioni mi hanno affidato solo piccoli ruoli, sempre da due pose.
Una volta, però, sono riuscito ad avere una parte importante in “L’Oriana”, una miniserie di due puntate, e l’ho considerata come una vittoria. E, in effetti, l’ho girata assieme a una Vittoria…Vittoria Puccini. Una curiosità: era la seconda volta che recitavo in un film con lei.
Ma in tv poi ho cercato di variare ruoli e numeri: ho fatto il presentatore in “Millevoci”, una trasmissione di varietà che ho condotto, naturalmente, per due edizioni.
Nel 2017 ho anche scritto un libro di aforismi, prevalente comici, intitolato “Quasi quasi lo metto su Feisbuc”. Nonostante sia molto piaciuto (a quelle due persone che l’hanno letto), non sono riuscito a convincere l’editore a pubblicare una seconda versione. Gli stavo dicendo il titolo “Quasi quasi lo rimetto…”, ma mi ha bloccato temendo che questo libro facesse vomitare!
I miei prossimi progetti? Tornare alla mia prima passione: la musica. Se non altro perché lì le note sono sette… e non due!